

IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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ritroviamo nel suo
sinthomadaquin
. (…) Ed è per il tramite di questo sintomo,
chiamato ‘ortodosso’ da Jacques-Alain Miller, che Joyce arriva a elevarsi sullo
sgabello, vale a dire sulla sublimazione in cui consiste la sua opera d’arte.”
p. 214-215
Scilicet, Il corpo parlante
. Sull’inconscio nel XXI secolo, Alpes,
Roma, 2016
Domenico Cosenza,
Joyce (sinthomo e sgabello)
“Ma è nel Seminario XXIII, e nello scritto “Joyce il Sintomo”, che più
radicalmente Lacan, nel suo tentativo di andare alla radice dell’inconscio, è
costretto a lasciare la mano di Freud e ad afferrare quella di Joyce. Si tratta
per Lacan di ripensare il fondamento della psicoanalisi ancorandolo non più
al riferimento al padre, centrale nell’inconscio freudiano, ma piuttosto alla
dimensione reale del godimento che attraversa l’essere parlante. È in questo
movimento che il riferimento a Joyce si rivela decisivo per Lacan, nel compiere
il passaggio dall’inconscio freudiano alla dimensione del “parlessere”. (…) Lacan
articola a partire da Joyce una coppia concettuale che è alla base del suo ultimo
insegnamento e si condensa nelle nozioni di sinthomo (
sinthome
) e di sgabello
(
escabeau
). Su di esse fonda il basamento della clinica del parlessere, non più
fondata sul Nome-del-Padre ma sul godimento nei suoi modi di annodamento
singolari. Il sinthomo prende per Lacan il posto del sintomo freudiano,
incarnando non più una metafora dotata di senso ma un evento di corpo senza
senso che fa tenuta per il parlessere, che lo tiene insieme”.
IV /d. Libri
AMP,
L’ordine simbolico del XXI secolo. Non è più quel che era.
Quali conseguenze per la cura?
(edizione italiana a cura di Maurizio
Mazzotti), Alpes, Roma, 2013
Lucia D’Angelo,
Un dire che ha degli effetti
“Recentemente ho avuto l’opportunità di presentare un caso di isteria femminile
molto contemporanea che mi ha insegnato circa i limiti dell’interpretazione
edipica oggi. Il caso mi ha portata a una nuova lettura interpretativa orientata
dal sinthomo, che ha permesso il passaggio del soggetto al parlêtre producendo
un nuovo annodamento di reale, simbolico e immaginario. (…) Dalla mia
pratica posso confermare che, a partire dall’ultimo Lacan, l’interpretazione
ha il vantaggio di risultare più operativa e più pragmatica. Perché i soggetti
ipermoderni non reclamano tanto il racconto, ma il cosa fare.”
p. 31
Monica Torres,
Ognuno trova la sua interpretazione
“Poiché la verità è non tutta, è necessario compiere dei giri intorno ai detti,
questi giri trovano degli impedimenti e in questi inciampi s’inscrive la relazione
del soggetto (ora
parlessere
) con il reale del godimento.”
p. 41
Marie-Hélène Brousse,
La soggettività nell’epoca della scienza
“(…) soltanto un essere parlante, un parlêtre, nell’orizzonte del linguaggio è
implicato dal sesso e dalla morte. Non sono preoccupazioni degli esseri viventi
né degli organismi. Il sesso e la morte sono preoccupazioni soltanto dei
parlêtre.
”
p. 131-132
AMP,
Aggiornamento sul reale, nel XXI secolo
(edizione italiana a cura
di Paola Bolgiani), Alpes, Roma 2015
Guy Briole,
Arrischiarsi al reale
“Con il
parlessere
, il trauma è per tutti. È l’incontro, singolare per ciascuno, con
lalingua
. L’allentamento dell’annodamento che libera il reale diviene evento
di corpo e lascia il
parlessere
alle prese con il sentimento di essere ridotto a un
corpo, attraversato da effetti di godimento che lo sconcertano. (…) Cingere
il reale in analisi mescita non soltanto di scuotere la difesa, ma di smontarla;
disfare ciò che di questo godimento si trova preso in altrettanti nodi che il corpo
stringe. Questo allentamento permette di avvicinarsi al fuori senso, laddove la
questione dell’atto non si gioca più intorno all’interpretazione, ovvero non si
appoggia più sulla garanzia che dava il Nome-del-Padre o anche il fantasma.”
p. IX-X
“Con l’inconscio, la molla dell’analisi è l’interpretazione e la verità; con il
parlessere
, che si caratterizza per essere corpo parlante, è il godimento.”
p. XI
Anne Lysy,
Un torsolo di reale a fine analisi
“L’analisi può dunque condurre ad accerchiare, a stringere quel punto
d’indicibile singolare. Una volta prodotti lo svuotamento e la deconsistenza, essa
produce un ‘c’è’ che si rivela come positività, come godimento irriducibile. Con
questo sintomo – o
sinthomo
– non ci si identifica, si sa solamente ‘“averci a che
fare’, come diceva Lacan.”
p. 55
Dominique Holvoet,
La difesa a fior di reale
“La difesa è l’osso che si trova sotto la rimozione, il sassolino nella scarpa
che cosa lo zoppicamento irriducibile del
parlessere
. Per i soggetti abbonati
all’inconscio, ovvero per i malati di verità, l’analisi si svolge innanzi tutto come
esplorazione dell’inconscio transferale, prendendo appoggio sulla supposizione
Campo Freudiano