

IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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“Per l’essere umano, per il fatto stesso di parlare, il godimento come tale non è
accessibile, al suo posto viene un godimento sostitutivo, ad esempio quello della
parola. Per tutti gli esseri parlanti è così.”
p. 30
Pierre Skriabine,
Un caso clinico di inibizione: Isa e il nodo borromeo
“A che cosa risponde l’angoscia e che cos’è che le risponde? L’angoscia parte
da questo impossibile, da questo reale e dà la sua significazione fallica al solo
godimento permesso all’essere parlante, il godimento fallico.”
p. 302
La Psicoanalisi Nº56 e Nº57, Astrolabio, Roma, 2015
Paola Francesconi,
L’oggetto immateriale, tra vuoto e mancanza
“Si sa che, a differenza di Freud che aveva stabilito la lista degli oggetti pulsionali
prelevandoli dalla realtà del corpo, Lacan li isola invece nella loro immaterialità,
primi tra tutti lo sguardo e la voce, cui aggrega il seno e le feci. Per Lacan, e lo si
capisce sempre di più nell’avanzamento del suo insegnamento, l’oggetto perde
la sua materialità per acquisire una sostanza immateriale, per così dire, fatta di
consistenza logica e, cosa che qui ci interessa forse maggiormente, di linguaggio.
Ma un linguaggio non significabile, non nel suo significare, ma nel puro dire:
moterialità
, la chiama Lacan, dell’oggetto.”
p. 134
IV /c. Scilicet
Scilicet, Del Nome-del-Padre
, 2006, pubblicazione in formato digitale
Samuel Basz,
Nominazione
“La generalizzazione del Nome-del-Padre, il luogo del parlessere che predomina
su quello del soggetto del significante, e l’accento messo sullo spessore
prestrutturale de lalingua a spese dell’efficacia simbolica propria della struttura
linguistica, articolano il Nome-del-Padre e la nominazione. Questa articolazione
produce un cambiamento decisivo nella concezione delle psicosi, apre il
cammino a una clinica borromea e ristruttura i fondamenti per una teoria della
fine dell’analisi. Inoltre rinnova la prospettiva psicoanalitica sulla politica.”
p. 235
Jean-Pierre Deffieux,
Supplenza 1
“La supplenza si generalizza nel senso che ogni umano non è che un parlessere
in potenza. Si deve partire, allora, dalla disgiunzione che fonda il nodo e
considerare i tre cerchi del reale, del simbolico e dell’immaginario in quanto
giocano la loro partita da soli, mentre la supplenza viene a far tenere insieme i
tre cerchi con un quarto cerchio. Jacques-Alain Miller, nel suo corso dell’anno
2004-2005,
Pièces
détachées, mette in valore il fatto che l’uomo è un composito,
fatto di tre elementi disparati, e che solo l’annodamento sintomatico gli dà
sostanza. Perché l’uomo trovi la sua sostanza di parlessere, ci vuole una supplenza
sintomatica che faccia tenere i tre cerchi. Il nome del padre dell’Edipo, che è
sintomo, fa supplenza, ma è solo uno tra molti altri. Joyce ci fornisce l’esempio
di un altro modo di supplenza sinthomatica attraverso la scrittura, che non passa
tramite il Nome del padre dell’Edipo.”
p. 417
Scilicet, Gli oggetti a nell’esperienza analitica
. Quodlibet, Macerata,
2008
Geert Hoornaert,
Lembi di reale
“Il lembo di reale è da ottenere anche nella clinica. L’interpretazione vi gioca un
ruolo centrale. Non già l’interpretazione che lega e mette in rapporto, ma quella
che opera un taglio. Il lembo sorge quando il nodo è tranciato, toccando la base
del soggetto come reale. Non già il soggetto in quanto supposto ma in quanto
ex-sistenza, in quanto il suo reale di parlessere ‘è’ l’annodamento stesso.”
p. 196
Jean-Louis Gault,
Oggetto in tasca
“Colui che, nel suo linguaggio forte, Lacan chiama qui il folle, è il solo che
possa essere definito autenticamente libero perché non dipende dall’Altro,
né per amare, né per desiderare, né per godere. (…) Tuttavia anche a volersi
padrone nella città del discorso non si sfugge così facilmente al proprio statuto
di
parlessere
. Ciò che è rigettato dal simbolico fa ritorno nel reale.”
p. 256
Sonia Vicente,
Organo
“(…) il discorso del capitalista, promettendo che ha la presenza dell’oggetto,
sempre rinnovata, è un mezzo per tamponare la mancanza, fa sì che il parlessere
si spenga davanti all’eccesso.”
p. 278
Scilicet, Parvenze e Sintoma, Franco Angeli, Milano 2009
Emilia Cece,
Buco e vuoto
“(…) se l’Altro manca di ogni garanzia, il soggetto ricava la sua particolarità
e la sua stoffa dalla consistenza dell’oggetto
a
. Il
parlessere
, nel suo rapporto
con l’indicibile della
jouissance
, è il risultato incerto di una ricercaa che si
snoda intorno al buco, allo stampo vuoto di quella traccia lasciata beante dal
godimento indicibile che lo ha generato.”
p. 64
Campo Freudiano