

IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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IV /b. La Psicoanalisi
La Psicoanalisi Nº41, Astrolabio, Roma 2007
Maurizio Mazzotti,
Ciò che fonda la nostra politica del sintomo
“Il sintomo, per Lacan, sta lì a indicare che non c’è un rapporto conveniente con
la pulsione, un rapporto naturale, equilibrato, ma che nel godimento c’è eccesso,
per struttura. La lezione fondamentale che ricaviamo è quindi che per l’essere
parlante non c’è modo di rapportarsi al godimento che non sia sintomo o che
non sia sintomatizzato.”
p. 75
Carmen Cuñat,
Fare come il sintomo
“(…) il sintomo ha solo una finalità e una politica, quella di ottenere un potere
mettendo al riparo al suo interno il godimento dell’essere parlante.”
p. 111
Fe Lacruz,
La musica dell’essere
“Con Lacan sappiamo che la posizione sessuata non si costruisce a partire dalle
identificazioni, ma che la sua chiave sta nella posizione rispetto al godimento,
vale a dire nel situarsi da un alto o dall’altro delle formule della sessuazione. È a
partire da lì che il parlessere dovrà scegliere un partner-sintomo, ed eterosessuale
è chi è capace di affrontare l’infinitezza del godimento della posizione
femminile.”
p. 179
Domenico Cosenza,
Psicoanalisi e monosintomaticità
“Questo ci conduce ad affermare che nel lavoro analitico con le nuove forme
del sintomo, occorre permettere al soggetto, solitamente attraverso un lungo
lavoro preliminare, una riapertura dell’inconscio e della struttura simbolico-
evocativa della parola, un’articolazione del transfert simbolico. E ciò proprio
per potergli permettere di accedere, nel corso della cura, a isolare la struttura
reale della parola come parassita ineliminabile, fuori senso, che abita il corpo del
parlessere.”
p. 206
La Psicoanalisi Nº50, Astrolabio, Roma, 2011
Carlo Viganò,
Sinthomo e transfert nell’anoressia
“Il parlessere vive sintomaticamente, il sintomo cioè costituisce la via obbligata
perché il parlessere possa ‘godere’ della vita.”
p. 43
La Psicoanalisi Nº53 e Nº54, Astrolabio, Roma, 2013
Antonio Di Ciaccia,
Verso il seminario Ancora
Maurizio Mazzotti,
Tra equivoco e corpo
“L’effetto godimento lo sorprende facendo emergere che in quel che egli dice,
mentre parla, il godimento ‘parla’ a sua volta (…), c’è un ‘non vuole dire niente’
del godimento stesso. L’effetto risonanza del
jouis-sance
, godi senso, apre, al di là,
al passaggio dal voler dire al non vuole dire niente del godimento.”
p. 156
Attualità Lacaniana Nº18,
Sublimazione e perversione
, Alpes, Roma,
2014
Adone Brandalise, Erminia Macola
, La sublimazione
difficile
“La sublimazione che portava prima alla creazione artistica assomiglia ora a una
formazione di compromesso con la sua parte leggibile e quella enigmatica, un
sintomo vero e proprio, la cui specialità è davvero sorprendente: è capace di
alimentarsi d’arte, di perizia intellettuale, addirittura di purezza poetica che si
presenta nelle forme delle più importanti riuscite artistiche del momento.
Dice bene Lacan quando mostra che un sintomo così fatto diventa
sinthomo
,
sant’uomo, esposto sul piedistallo dell’opera d’arte (…)”
p. 29
Attualità Lacaniana Nº19,
Sugli Altri Scritti di Lacan
, Alpes, Roma,
2015
Paola Francesconi,
L’a-psicologia di Lacan
“Già nel
Discorso di Roma
avevamo visto che egli definiva il simbolico, che per la
psicologia è opposto come
res cogitans
al corpo, come ‘corpo sottile, ma corpo’.
Già il simbolico lì si corporeizza, e ciò anticiperà l’incorporazione, il farsi corpo
del linguaggio nel concetto di
lalingua
, e di tutto ciò che colpisce l’essere, sì,
ma parlante, il
parlessere
, e colpendolo vi produce affetti come effetti dell’azione
corporeizzante del simbolico.”
p. 44
Maurizio Mazzotti,
Verso l’inconscio svista
“L’inconscio come svista è il frutto del ‘
moterialisme
’ e della sua presa equivoca
sull’inconscio.È quel che fa sì che (…) ciascun parlessere trovi di che sostenere
quel che per lui è il sinthomo. Ecco dunque perché Jacques-Alain Miller non
ha esitato a definire la svista come una vera e propria categoria clinica, la ‘micro
unità’ che include le formazioni dell’inconscio in seno alla ‘macro unità’ che è il
sinthomo. Un modo preciso di indicare il legame tra la lingua e il corpo.”
p. 6
Campo Freudiano