

IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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distingua da quella medica che ancora si fa sentire nella concezione freudiana.
Passare dall’interpretazione del sintomo all’identificazione con il sintomo vuol
dire riconoscere al sintomo una funzione nell’economia soggettiva che lo rende
non semplicemente il segno di un disturbo da sopprimere ma, estendendo quel
che Freud aveva detto del delirio, un primo tentativo di guarigione. Il sintomo,
in questo senso, è un mezzo che il soggetto utilizza per trarsi d’impaccio dove il
linguaggio scivola, s’intoppa, incorre nell’
une-bévue.
”
p. 43
Eric Laurent,
La Battaglia dell’Autismo
(2012). Quodlibet Studio,
Macerata, 2013
“La scrittura (…) può accogliere tutti i fenomeni che indicano la presa del corpo
nella materialità della lettera. Pensare in questo modo le istanze della lettera ci
permette di affrontare la clinica a partire non solo dal soggetto del significante
ma anche dal
parlessere
(…)”
p. 117
Erminia Macola, Alberto Turolla (a cura),
Scenari dell’angoscia
,
Borla, Roma 2008
Alberto Turolla,
Ciò che non inganna
.
“Dire ‘parl-essere’, come fa Lacan, significa dire che il corpo è affetto dalle
parole, dai significanti, da una dimensione che definiamo simbolica e questo
mondo di significanti è altro rispetto all’organismo vivente che chiamiamo essere
umano.”
p.43
Chiara Mangiarotti, Céline Menghi, Martin Egge,
Invenzioni nella
psicosi. Unica Zürn, Vaslav Nijinsky, Glenn Gould
. Quodlibet,
Macerata, 2008
Chiara Mangiarotti,
Unica Zürn. Una Unica supplenza.
“Il lavoro dell’artista consiste nel recupero dell’oggetto del fantasma attraverso
l’opera. Se l’oggetto non è estratto in quanto resto della separazione dell’Altro,
come avviene nella psicosi, all’artista è necessario un doppio movimento: prima
se ne deve separare per potersene poi riappropriare.”
p. 123
Martin Egge,
Glenn Gould. Un dialogo senza parole
.
“Nella struttura psicotica, il vuoto manca, l’Altro è onnipresente e l’imperativo
della sua voce può diventare persecutorio. Ecco allora che la musica, ovvero
il canto, proprio l’elemento che Lacan pone in opposizione alla parola che
individua la voce, diventa per Gould l’antidoto all’invasione dell’Altro, un
tentativo, sempre rinnovato, di renderlo innocuo e di separarsene, separandosi
dal mondo.”
p. 289
Filiberto Tartaglia, Alberto Turolla,
Che paura!? Dialogo fra un
sociologo e uno psicoanalista sulle paure contemporanee
. Aracne,
Roma, 2012
Alberto Turolla,
Introduzione
.
“Ma ancora non basta, non è solo una carenza a livello istintuale rispetto agli
altri animali quella che si manifesta nell’essere umano. C’è una mancanza che lo
caratterizza proprio in quanto diverso da tutti gli altri animali e che lo identifica
per il fatto di essere un parlessere, termine anche questo usato e coniato da
Lacan (…) Dunque possiamo definirci parlesseri dato che non si tratta tanto
o solo di un linguaggio, cioè un insieme di segni, appannaggio anche degli
animali, per comunicare e impostare una vita sociale.”
p. 54-55
Alberto Turolla,
Non siamo mai soli.
“Potrei dire che in quanto parlessere il soggetto umano non è mai solo.”
p. 173
Alfredo Zenoni,
Il corpo e il linguaggio nella psicoanalisi
(1991).
Mondadori, Milano, 1999
“L’essere parlante (ma bisognerebbe forse dire piuttosto ‘essere nel linguaggio’,
essere ‘precablato’ dal linguaggio) (…) è effettivo sin dall’inizio, in quanto
identificazione primordiale che viene a impegnare, alterare e snaturare la
supposta animalità.”
p. 40-41
“Per l’essere parlante la dimensione dell’Altro è reale sin dalla sua strutturale
presa nel campo della risposta e della domanda, sin dalla sua appartenenza alla
specie umana.”
p. 45
“Solo l’essere parlante riceve un’effettualità fatta di discorso, generato come chi è
“parlato” ancor prima di essere parlante.”
p. 58
IV /e. Altre riviste
Frammenti, Rivista di Psichiatria
Nº1 e Nº2
,
Anno 23, Editorial
Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna- Sede di Ravenna,
Ravenna, 2014
Paola Francesconi,
Quel che non è scritto nella biologia
“Alla fine del suo insegnamento Lacan chiamerà l’essere umano il parlessere,
cioè questo
mix
tra essere e “parl”, cioè parola, significante e lettera, il parlessere
è questo
mix
tra due cose completamente eterogenee.È dunque evidente lo iato
Campo Freudiano