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IL CORPO PARLANTE

X Congresso de la AMP,

Rio de Janeiro 2016

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Scilicet, L’ordine simbolico nel XXI secolo

, Alpes, Roma, 2011

Maurizio Mazzotti,

Arte

“Fare un opera con il traumatismo subito dalla lingua, a partire dall’affetto di

un corpo.È questa l’ambizione dell’arte contemporanea, che si traduce nelle

sue forme ? La questione si può porre sulla base di quello che Lacan (…)

definiva

l’escabeau

, lo sgabello, che al dire di J.-Alain Miller è il nuovo nome

della sublimazione moderna, la nozione nuova di un arte sgabello con cui

sopravvivere al traumatismo del corpo.”

p. 26

Discorso dell’isterica,

Paola Francesconi

“È ormai il discorso analitico che può restituire l’isterica alla sua verità, l’analista

arriva dove prima essa decorava la faglia del non rapporto sessuale con la sua

clinica lussureggiante, per farle attraversare il piano delle rappresentazioni, in cui

essa si perde e si disorienta per voler fondare universalmente quello che è fatto di

pura sembianza, insieme al fallo, l’essere femminile preteso ‘tutto’.

Oggi, il nuovo ordine simbolico ci porta a cogliere una declinazione diversa del

discorso isterico. Il rapporto con la scienza e la pseudoscienza produce dal lato

dell’isterica una solidarietà ambivalente con le nuove frontiere della tecnica.”

p. 80

Emilia Cece,

Etica

“Intollerante rispetto alla versione genitale della psicoanalisi, [Lacan] spinse

verso il rilancio del desiderio, riconoscendo che l’autenticità del parlessere è

nell’essere per la morte.

Dirà che il fallo è di ostacolo al rapporto e che alla parola è affidata ogni spinta

erotica del soggetto, ad un ordine simbolico quindi che non gli appartiene, che

gli è sovraordinato ed al quale non può fare a meno di essere sottoposto, ordine

che lo condurrà ad incontrare la sua condizione di “essere senza verità e senza

coscienza.”

p. 100

Rose-Paule Vinciguerra,

Fine dell’analisi

“Il sintomo, allora, che cosa diventa? Se il sintomo ‘

bricolage

(…) instancabile’

era effetto del simbolico nel campo del reale, il sinthomo di fine analisi

non misconosce questa fissazione di godimento; esso presuppone il reale al

principio del simbolico. Il sinthomo può allora nominare il modo in cui questo

godimento può essere al tempo stesso bloccato e utilizzato.”

p. 121

Scilicet, Un reale per il XXI secolo

, Alpes, Roma, 2014

Marta Serra Frediani,

Evento di corpo

“(…) il termine

parlessere

(…) indica un al di qua del soggetto, indica l’istante

nel quale l’organismo, il flusso di vita e il significante s’incontrano e si annodano

fissando un modo unico e immutabile di godere del fatto stesso di essere un

vivente. Questo annullamento Lacan lo ha chiamato

sinthomo

e lo ha definito

come ‘evento di corpo’. (…) È la dimensione accidentale, contingente, ad essere

cruciale nell’evento di corpo.

(…) Se il sinthomo rimane come evento di corpo inaugurale, nulla impedisce

che altri eventi sopravvengano in rottura, in opposizione con questo primo

evento di corpo, producendo effetti più o meno duraturi, delle destabilizzazioni

e dei riannodamenti più o meno complicati. È così che le parole marchiano il

parlessere.

Nonostante ciò, il soggetto del XXI secolo è tentato dal discorso che risulta

dall’alleanza tra la scienza e il capitalismo. Discorso che gli promette di poter

sottrarre il suo corpo alla contingenza dell’incontro con le parole, annullando

così l’evento di corpo e riducendo questo a un puro organismo da cui si potrà

estrarre il godimento a proprio piacere, dimenticando che il corpo è più

contenente

che contenuto.”

p. 70-71

Florencia Dassen,

Parlessere

“Il parlessere, a differenza del soggetto dell’inconscio, include il corpo come

reale e il godimento di questo corpo come godimento della vita. Il parlessere è

parlante ma anche parlato. (…) L’evento pulsionale tocca il limite del linguaggio

e la sua potenza di far significare le parole, esso mette in evidenza l’impossibile

a dire. È in questo punto che l’evento e il ‘saperci fare con’ vanno insieme per il

parlessere; non ci sono in questo caso istruzioni per l’uso. Occorre allora poter

operare con le parole perché qualcosa risuoni dove ciò non vuol dir niente,

semplicemente gode.”

p. 153-154

Antonio Di Ciaccia,

Sinthomo madaquin

“Se il sintomo è una metafora del soggetto ed è interpretato nell’ordine del

significante, nel sinthomo, invece, si pone l’accento non già sull’effetto di verità

ma sull’evento di corpo. Muta così la concezione stessa del linguaggio che

non è più unicamente la struttura dell’inconscio, ma più radicalmente diviene

l’‘apparato’ del parlessere che non mira al senso ma al godimento.”

p. 214

“[… la

claritas

è di pertinenza, in San Tommaso, del corpo glorioso. È questa

claritas

, a cui Joyce sostituisce qualcosa come

lo splendore dell’Essere’

che noi

Campo Freudiano