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IL CORPO PARLANTE

X Congresso de la AMP,

Rio de Janeiro 2016

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Lo Stordito

“Il rapporto d’organo del linguaggio con l’essere parlante è metafora. Si deve

supporre inoltre che sia stabitat a infliggere un colpo di reale a labitante, che sta

lì come un parassita.”

p. 474

“Belœil dove si può pensare che Carlo I, per quanto non della mia linea, mi sia

mancato, ma non di certo il tipo che abitava nella locanda accanto. Mi riferisco

a Coco, Bellocchio per forza di cose, ovvero all’ara tricolore che, pur senza

bisogno di esplorare il suo sesso, ha dovuto classificare come etero –essendo,

come si dice, un essere parlante.”

p. 493

Postfazione al Seminario XI

“Al punto che mi sono detto che in questo modo l’essere parlante può sottrarsi

agli artifici dell’inconscio, che non lo raggiungono, per il fatto di chiudervisi.

Caso limite da confermarmi.”

p. 503

Televisione

“Non c’è inconscio che nell’essere parlante. Negli altri, che non hanno essere se

non in quanto vengono nominati, benché s’impongano dal reale, c’è un istinto,

ovvero il sapere implicato dalla loro sopravvivenza. Perlomeno è così per il

nostro pensiero, forse inadeguato in questo caso.”

p. 507

“Di fatto, è in quanto ogni significante, dal fonema alla frase, può servire

come messaggio cifrato (personale, diceva la radio durante la guerra) che esso

si configura come oggetto, e si scopre che è questo a far sì che nel mondo, nel

mondo dell’essere parlante, ci sia dell’Uno, cioè dell’elemento, lo

στοιχεϊον

del

greco.”

p. 511

… o peggio

“(…) se il godimento sessuale si inietta. Infatti, se il godimento sessuale si inietta

così lontano nelle relazioni di colui che trae essere dalla parola –giacché è questo

l’essere parlante– non è forse perché egli non ha con il sesso in quanto specifica

un partner alcun rapporto quantificabile –indicherei così quello che la scienza

esige (e applica all’animale)?”

p. 549

Introduzione all’edizione tedesca degli Scritti

“Insisto: è amore rivolto al sapere. Non desiderio: quanto al

Wisstrieb

, sebbene

rechi il timbro di Freud, cercate pure, non ce n’è la minima traccia. Tant’è vero

che vi si fonda la maggior passione presente nell’essere parlante, che non è né

l’amore né l’odio ma l’ignoranza. Lo tocco con mano ogni giorno.”

p. 550

«Joyce il sintomo»

“L’S.Ca.bello è condizionato dal fatto che l’uomo vive dell’essere (= che svuota

l’essere) nella misura in cui ha — il suo corpo: ce l’ha del resto solo a partire

da lì. Ne discende la mia espressione di parlessere che si sostituirà all’ICS di

Freud (si legga: inconscio): fatti in là che mi ci metto io, dunque. Per dire che

l’inconscio, quando Freud lo scopre (si scopre d’un sol colpo, anche se occorre,

dopo l’invenzione farne l’inventario), l’inconscio è un sapere, in quanto parlato,

che costituisce LOM. Dato che la parola, ben inteso, si definisce come l’unico

luogo in cui l’essere abbia un senso. E il senso dell’essere è di presiedere all’avere,

cosa che giustifica lo sproloquio epistemico.”

p. 558

“Proprio per non perdere questo balzo del senso ho ora detto che bisogna

sostenere che l’uomo ha un corpo, ossia che parla con il suo corpo, detto

altrimenti che parlessere di natura. Sorto così come testa dell’arte, egli al

contempo si snatura, per cui prende come scopo, come scopo dell’arte, il

naturale, quale ingenuamente se l’immagina.”

p. 558

“Via tracciata dai Frati mendicanti, che si affidano alla carità pubblica la quale

ha da pagare per il loro sostentamento. Resta nondimeno che LOM (scritto

L.O.M.) ha il suo corpo, corpo da rivestire, tra le varie cure. Il tentativo, senza

speranza, fatto dalla società affinché LOM non abbia che un corpo si situa su un

altro versante: votato al fallimento, naturalmente, a rendere palese che se n’haun,

non ne ha nessuno altro, sebbene, a causa del suo parlessere, di qualche altro

disponga, senza però arrivare a farlo suo.”

p. 559

“Che un uomo abbia accarezzato l’idea di fare il giro di tale riserva e di dare

la formula generale dello sgabello: ecco quello che chiamo Joyce il Sintomo.

Questa formula, infatti, quell’uomo non l’ha trovata, non avendone la minima

congettura. Eppure si era già propagata dappertutto sotto la forma di quell’ICS

che io contrassegno come parlessere.”

p. 560

“Se ciò non avviene, ella resta sintomo chiamato isterico, da intendersi come

ultimo. Ossia che paradossalmente è interessato solo da un altro sintomo: esso

si dispone dunque come penultimo, e per di più non è privilegio di una donna,

sebbene si comprenda bene, se si misura la sorte del LOM come parlessere, di

che cosa ella si sintomatizzi.”

p. 561

Jacques Lacan