

IL CORPO PARLANTE
X Congresso de la AMP,
Rio de Janeiro 2016
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Intervento
(1973) pronunciato al congresso de l’École Freudienne de
Paris 1-4 novembre 1973, in La Psicoanalisi Nº3
“Questo senso non ha niente a che fare con ciò che hanno di reale, ma apre uno
spiraglio, una piccola apertura su ciò che può rendere conto dell’entrata del reale
nel mondo dell’essere parlante. Che beninteso ha l’essere solo dalla parola.”
p. 22
Il trionfo della religione
(1974) in
Dei Nomi-del-Padre seguito da Il
trionfo della religione
. Einaudi, Torino, 2006
“Il parlessere è un modo di esprimere l’inconscio. C’è un fatto del tutto
imprevisto e totalmente inspiegabile ed è che l’uomo è un animale parlante.”
p. 102
“Il sintomo non è ancora veramente il reale. È la manifestazione del reale al
nostro livello di esseri viventi. In quanto esseri viventi, siamo morsi, rosi dal
sintomo. Siamo malati, tutto qui. L’essere parlante è un animale malato.”
p. 105
“Non verremo mai a capo del rapporto tra quei parlesseri che diciamo di sesso
maschile e quei parlesseri che diciamo di sesso femminile.”
p. 106
La Terza
(1974), La Psicoanalisi Nº12
“Quel soggetto supposto sapere che è l’analista nel transfert, non è supposto a
torto se sa in cosa consiste l’inconscio: un sapere che si articola da
lalingua
, dove
il corpo che parla è annodato solo da quel reale di cui ‘si gode’.”
p. 23
“Tutto quello che dico non è necessariamente vero in eterno, del resto mi è
del tutto indifferente che lo sia. Alla struttura stessa del discorso potete dare
un fondamento soltanto riformandola, ovvero riformando gli altri discorsi in
quanto ex–sistono al vostro. È nel vostro discorso potrà esaurirsi l’insistenza che
è propria al parlessere e che negli altri discorsi resta a corto di argomenti.”
p. 29
“Non è quindi tanto sorprendente che al di fuori del parlessere non si abbia
nessuna prova del fatto che gli animali pensano eccetto alcune forme a cui li
supponiamo sensibili, in quanto vi rispondono in modo privilegiato. Ciò che
non vediamo, è che gli etologi, curiosamente, mettono tra parentesi (sapete che
gli etologi studiano gli usi e costumi degli animali) è che non vi è ragione per
immaginare anche noi che il mondo è mondo, lo stesso, per tutti gli animali;
mentre abbiamo tante prove che benché l’unità del nostro corpo ci costringa a
pensarlo come universo, esso evidentemente non è mondo, ma immondo.”
p. 33
Il fenomeno lacaniano
(1974), in La Psicoanalisi Nº24
“Vi dirò tuttavia la parola di cui mi servo per designare l’inconscio – il
parlessere.
Anche qui mi permetterei un piccolo equivoco – è l’essere che parla, ma è anche
colui che parla questa splendida cosa che dipende unicamente dal linguaggio e
cioè l’essere.
Se non fosse il linguaggio a introdurre l’essere, tutto l’essere, da dove ne verrebbe
l’idea?”
p. 19
“È qui che, sempre, l’inconscio prende le sue radici. Si radica qui non solo
perché questo essere ha imparato a parlare quando era piccolo a condizione che
sua madre si sia data da fare, ma perché egli è sorto già da due parlesseri.
L’inconscio è questo, che già prima vi erano due persone marcate dal parlessere,
marcate da questa distorsione del pensiero – non si sa perché, come figura o
inquietudine – che dipende dal fatto che c’è del parlessere. Per il fatto di essere
nato da due parlesseri, vale a dire per il fatto di essere nato già prefigurato, per
così dire, come traccia nel loro desiderio. Sorgendo, fa sì che ciascuno abbia un
inconscio.”
p. 20
“Il sintomo è l’iscrizione, a livello del reale, di questa proiezione di inconscio, di
questa vera crivellatura – nel senso di proiettili che crivellano una superficie – di
questa crivellatura, dico, del parlessere tramite il dire di due coniugi – Dio sa
come, è proprio il caso di dirlo – di due soggetti che se la ridono della divisione
profonda tra il corpo e la natura del linguaggio.”
p. 21
Le malentendu
(1980), in Ornicar? Nº22 e Nº23, 1, citato da Vicente
Palomera,
Lessico famigliare e inconscio
, in Attualità Lacaniana Nº12,
2010
“(…) dobbiamo essere in questo caso radicali: il vostro corpo e il frutto della
discendenza e buona parte della vostra disgrazia proviene dal fatto che nuotava
in pieno nel malinteso… nuotava per il semplice fatto che parlava essere
testardamente. (…) E ciò che vi e stato trasmesso nel darvi la vita, come si suol
dire. Ereditate questo… il malinteso poiché fin da prima di questo bel regalo,
fate parte della balbuzie dei vostri ascendenti. Non occorre che balbettiate voi
stessi, già da prima ciò che vi sostiene a titolo di inconscio radicali (…) nascere
desiderato o no fa lo stesso, dato che si tratta del parlessere.”
p. 133
Seminario di Caracas
(1980), in La Psicoanalisi Nº28
“La pace sessuale vuol dire che si sa cosa fare con il corpo dell’Altro. Ma chi sa
cosa fare del corpo di un parlessere? – Al di fuori di stringerlo un po’ più o un
po’ meno?”
p. 42
Jacques Lacan